Polonia
Polonia | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
| |||||||
Dati amministrativi | |||||||
Nome completo | Repubblica di Polonia | ||||||
Nome ufficiale | Rzeczpospolita Polska | ||||||
Lingue ufficiali | polacco | ||||||
Capitale | Varsavia (1.800.821 ab. / 2007) | ||||||
Politica | |||||||
Forma di governo | Repubblica Parlamentare | ||||||
Presidente | Bronisław Komorowski | ||||||
Primo ministro | Donald Tusk | ||||||
Indipendenza | 11 novembre 1918 dall'Impero austriaco, Regno di Prussia e Impero russo | ||||||
Ingresso nell'ONU | 24 ottobre 1945 3 | ||||||
Ingresso nell'UE | 1º maggio 2004 | ||||||
Superficie | |||||||
Totale | 313.893 km² (70º) | ||||||
% delle acque | 3,4 % | ||||||
Popolazione | |||||||
Totale | 38.200.037 ab. (2010) (34º) | ||||||
Densità | 120,92 ab./km² (63º) | ||||||
Nome degli abitanti | Polacchi | ||||||
Geografia | |||||||
Continente | Europa | ||||||
Fuso orario | UTC+1 UTC+2 in ora legale | ||||||
Economia | |||||||
Valuta | Złoty polacco | ||||||
PIL (PPA) | 499.600.000.000 milioni di $ (20º) | ||||||
PIL pro capite (PPA) | 13.079 $ (2011) (44º) | ||||||
ISU (2010) | 0,795 (molto alto) (41º) | ||||||
Consumo energetico | 0,35 kW/ab. | ||||||
Varie | |||||||
TLD | .pl, .eu | ||||||
Prefisso tel. | +48 | ||||||
Sigla autom. | PL | ||||||
Inno nazionale | Mazurek Dąbrowskiego | ||||||
Festa nazionale | 11 novembre | ||||||
1Vedi anche Motti
non ufficiali della Polonia. 2Bielorusso, Casciubo, Tedesco e Ucraino sono parlati in cinque voivodati. Non sono, comunque, considerati lingue ufficiali. 3È uno dei 51 Stati membri che nel 1945 diedero vita all'ONU. | |||||||
Evoluzione storica | |||||||
Stato precedente | Repubblica Popolare di Polonia | ||||||
La Polonia, ufficialmente Repubblica di Polonia (in polacco Rzeczpospolita Polska) è uno stato membro dell'Unione Europea e situato nell'Europa centro-orientale. Ha un popolazione di 38.200.037 abitanti e una superficie di 313.893 km². La capitale è Varsavia.
Confina a ovest con la Germania, a sud con la Repubblica Ceca e la Slovacchia, ad est con l'Ucraina e la Bielorussia, a nordest con la Lituania e l'exclave russa di Kaliningrad e a nord con il Mar Baltico.
La Polonia è una repubblica parlamentare; l'attuale presidente della repubblica è Bronisław Komorowski, mentre il primo ministro (dal 9 novembre 2007) è Donald Tusk.
Lo stato polacco ha una storia lunga più di un millennio; nel XVI secolo, sotto la dinastia Jagellone, era uno dei più ricchi e potenti paesi d'Europa. Il 3 maggio 1791, la Confederazione Polacco-Lituana definì la Costituzione Polacca di Maggio, la prima costituzione scritta d'Europa. Poco dopo, la Polonia cessò di esistere per 123 anni, in quanto spartita tra Russia, Austria e Prussia. L'indipendenza venne riguadagnata nel 1918, in seguito alla prima guerra mondiale, come Seconda Repubblica di Polonia. Dopo la seconda guerra mondiale, divenne uno stato satellite dell'Unione Sovietica, conosciuto come Repubblica Popolare Polacca (Polska Rzeczpospolita Ludowa o PRL). Nel 1989, le prime elezioni parzialmente libere dopo la seconda guerra mondiale, si conclusero con il movimento per la libertà che vinse contro il partito comunista. Il 12 marzo 1999 la Polonia è stata ammessa alla NATO. L'ingresso nell'Unione europea è avvenuto il 1º maggio 2004. Dalla fine del periodo comunista, la Polonia ha raggiunto un alto tasso di sviluppo[1] e un miglioramento della qualità della vita.[2]
Indice |
[modifica] Geografia
Per approfondire, vedi la voce Geografia della Polonia. |
Il territorio polacco è costituito in gran parte da una vasta pianura che si estende dal mar Baltico, a nord, fino ai Carpazi, a sud.
La costa del mar Baltico manca di porti naturali, se si escludono quello di Danzica e di Stettino. La regione a nord-est del Paese, chiamata Distretto dei Laghi, è scarsamente popolata e manca di risorse per l'agricoltura e l'industria. A sud ed a ovest del Distretto dei Laghi si estende una vasta regione pianeggiante che corre fino ai Sudeti (a sud-ovest) al confine con la Repubblica Ceca e la Slovacchia e fino ai Carpazi al confine con la Repubblica Ceca, la Slovacchia e l'Ucraina (a sud-est).
[modifica] Etnie
Per approfondire, vedi la voce Polacchi. |
Nella sua storia l'attuale territorio della Polonia ha ospitato molte lingue, culture e religioni. Comunque, il risultato della seconda guerra mondiale, e la seguente migrazione di polacchi dai territori ceduti all'Unione Sovietica verso l'area racchiusa fra la Linea Curzon e la Linea Oder-Neisse e la concomitante emigrazione di tedeschi, ha conferito alla Polonia una notevole omogeneità.
36.983.700 persone, il 96.74%, oggi si considerano polacchi; 471.500 (1.25%) hanno dichiarato un'altra nazionalità; 774.900 (2.03%) non hanno dichiarato alcuna nazionalità. Le minoranze etniche ufficialmente riconosciute includono: Tedeschi, Ucraini, Lituani, Ebrei e Bielorussi. Quasi estinta in Polonia (ed in buona parte residente in parti della Polonia ora facenti parte di Russia, Ucraina, Bielorussia e Lituania) è la minoranza dei tartari polacchi, un gruppo migrato in Polonia tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, islamico e in genere parlante il polacco.
[modifica] Lingue
Per approfondire, vedi la voce Lingua polacca. |
La lingua polacca, del ceppo delle lingue slave, è quella ufficiale, ma nel Voivodato della Pomerania oltre 50.000 persone parlano una lingua slava affine, ma diversa dal polacco, il casciubo. Esistono comunque minoranze linguistiche tedesche, ucraine, bielorusse e russe.
[modifica] Religioni
Per approfondire, vedi le voci Chiesa cattolica in Polonia e Chiesa evangelica augustea in Polonia. |
Per secoli la Polonia è stata una nazione a stragrande maggioranza cattolica e molti polacchi considerano il cattolicesimo come parte dell'identità nazionale polacca. Il cattolicesimo è anche un tratto distintivo dei polacchi rispetto ai vicini tedeschi, che sono a maggioranza luterana, e alla Bielorussia, che è a maggioranza ortodossa. Oggi la Chiesa cattolica stima che il 45,8% dei polacchi frequenti regolarmente la messa domenicale, con circa il 30-40% nelle aree urbane e il 70-80% nelle aree rurali.
Il resto della popolazione consiste in minoranze ortodosse (500.000 persone) e protestanti (circa 100.000 appartenenti alle chiese protestanti tradizionali). I Testimoni di Geova sono all'incirca 127.000. Ridotta invece ai minimi termini la storica comunità ebraica (circa 3 milioni di persone nel 1939) a causa delle persecuzioni naziste e dell'emigrazione, dovuta all'ostilità della popolazione locale. Durante le prime tre settimane dell'invasione della Polonia, nel 1939, 250.000 furono gli ebrei vittime di pogrom scatenati dai loro concittadini polacchi. Principalmente negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Francia e in Israele ci sono superstiti della Shoah. In Polonia esiste anche una piccola minoranza neopagana (approssimativamente poche migliaia di persone), attiva dall'inizio del XIX secolo, la confederazione Polacco-Lituana fu l'ultimo stato d'Europa ad avere al suo interno consistenti minoranze pagane, che si convertirono al cristianesimo (in genere cattolico) al principio del Quattrocento. Attualmente esistono due istituzioni principali che amministrano il Neopaganesimo slavo (religione neopagana ispirata all'antica spiritualità slava), ovvero la Chiesa nativa polacca e la Chiesa slava polacca.
La Polonia, grazie alla notevole ed insolita tolleranza dimostrata nell'età moderna e alla fine del medioevo dalla confederazione Polacco-Lituana, ospita al suo interno una delle comunità sunnite più antica d'Europa, quella dei Tartari polacchi, diffusa soprattutto nel Polesia, (con moschee storiche a Kruszyniany e a Bohoniki).
[modifica] Storia
Per approfondire, vedi le voci Storia della Polonia, Presidenti della Polonia e Primi ministri della Polonia. |
« La Polonia è avversata da due gravi svantaggi naturali: da una parte la sua posizione geografica, che è quanto mai infelice; e dall'altra la contiguità con i suoi colleghi slavi di Russia. » | |
L'antico regno polacco cominciò a prendere una forma unitaria nella metà del X secolo, sotto la dinastia dei Piast esattamente sotto Mieszko (Miecislao), infatti risulta che nel 966, dopo aver riunito intorno alla rocca di Gniezno una prima rudimentale comunità nazionale, qui scelse anche la bandiera che risulta essere quella attuale della Repubblica di Polonia, un'aquila bianca su campo rosso, si narra per mezzo del ritrovamento di un nido di aquilotti durante i lavori di costruzione della città di Gniezno. Miecislao si converte poi al cristianesimo, si narra per compiacere sua moglie, una principessa Boema, ma anche per godere della protezione della Chiesa ed evitare la colonizzazione germanica.
Nel XII secolo, la Polonia si frammentò in molti piccoli stati, che nel 1241 vennero depredati dalle armate Mongole dell'Orda d'Oro. Sotto la dinastia Jagellone, venne accordata un'alleanza con la vicina Lituania, e l'epoca d'oro arrivò nel XV secolo con l'unione tra i due stati (Unione di Lublino), nella Confederazione Polacco-Lituana. I sudditi polacchi godevano di grande libertà e un sistema parlamentare, anche se i benefici di quest'ultimo erano limitati alla szlachta (nobiltà). Da quel tempo i polacchi si sono dati il nome di Nazione della gente libera.
Nella metà del Seicento, una ribellione di cosacchi condotta da Bohdan Chmielnicki diede inizio all'epoca turbolenta del Potop (Diluvio). Vi furono numerose guerre contro l'impero ottomano, la Russia, la Svezia, la Transilvania e la Prussia-Brandeburgo che finirono nel 1699.
[modifica] La spartizione e la sottomissione allo straniero
Nei successivi 80 anni, l'elettività del sovrano e il principio del liberum veto nel Camera dei deputati della Polonia provocarono lo svanire del potere centrale ed il raggiungimento di un punto morto nelle istituzioni, indebolirono la nazione, e portarono alla sottomissione da parte di Austria, Prussia e Russia, e soprattutto dell'ultima.
L'Illuminismo in Polonia fomentò un crescente movimento nazionale per restaurare lo stato, il cui risultato fu la prima costituzione scritta di Europa, nel 1791, la Costituzione Polacca di Maggio (festeggiata ancora oggi il 3 maggio). Il processo di riforme causò un intervento esterno e una serie di spartizioni della Polonia fra i tre imperi di Austria, Russia e Prussia nel 1772, 1793 e 1795; al termine, la Polonia venne completamente cancellata dalle carte geografiche. I polacchi risentirono la mancanza di libertà e più volte si ribellarono contro gli oppressori (vedi Elenco delle ribellioni polacche).
Napoleone creò uno stato dipendente dalla Francia in territorio polacco, il Granducato di Varsavia, governato da Federico Augusto I di Sassonia.
Dopo le guerre napoleoniche, una ricostituzione dello stato polacco, il Regno di Polonia conosciuto come "Polonia del Congresso", governato dallo zar russo, possedeva una costituzione liberale. Tuttavia gli zar russi ridussero presto le libertà della Polonia, finché la Russia annesse di fatto il paese. Più tardi, nel XIX secolo, la Galizia governata dall'Austria divenne l'oasi polacca di libertà.
Durante la prima guerra mondiale tutti gli alleati concordarono nella ricostituzione della Polonia come stato cuscinetto tra Germania e Unione Sovietica ed il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson la proclamò nel punto 13 dei suoi quattordici punti.
[modifica] L'indipendenza
Poco dopo la capitolazione della Germania nel novembre 1918, la Polonia riguadagnò l'indipendenza come Seconda Repubblica di Polonia.
Ad oriente però la tensione crebbe nei confronti della Russia, allora alle prese con una guerra civile e con le difficoltà della nascente Rivoluzione Bolscevica che, per sua stessa natura, doveva essere esportata raggiungendo le masse operaie dell'Europa occidentale, anch'esse duramente provate dalla guerra. Dopo qualche tentativo diplomatico, iniziarono diverse scaramucce di frontiera con scontri armati sempre più violenti. Lo scenario cambiò nel giro di un altro mese con l'offensiva sovietica; a metà di questa gli inglesi si offrirono di mediare le trattative, ma fu la Russia Bolscevica a rifiutare e voler continuare l'offensiva che la porterà fino alle porte di Varsavia.
La Polonia cambiò le sorti della guerra ancora una volta con una delle battaglie più decisive della storia, definita dai giornali dell'epoca, "il miracolo della Vistola". Nel contrattacco che ne seguì, la Polonia rioccupò buona parte dei territori perduti ritornando praticamente sulle posizioni iniziali, in quella che oggi chiamiamo Bielorussia, la cui popolazione era polacca per più del 50% così come nel territorio di Vilna, e la parte più occidentale dell'Ucraina.
La Russia bolscevica, ancora alle prese con la propria guerra civile e con disordini interni, desistette dalla lotta, e col Trattato di Riga del 1921 riconobbe le frontiere polacche in Bielorussia e in Ucraina, fissando il confine russo-polacco secondo quanto stabilito alla fine della prima guerra mondiale. Il territorio di Vilna, rivendicato dalla Lituania con l'assenso dei russi, fu poi annesso alla Polonia nel 1922, tramite plebiscito (dimostrando così la prevalenza dell'etnia polacca in quei territori). Infine l'Alta Slesia fu acquisita grazie alla Guerra polacco-cecoslovacca. Tali confini restarono sostanzialmente invariati fino al settembre del 1939, tranne l'acquisizione di Cieszyn/Teschen a spese della Cecoslovacchia.
[modifica] La seconda guerra mondiale
La seconda repubblica polacca ebbe sin dall'inizio relazioni tese con i suoi due vicini più potenti, la Germania (che rivendicava la Pomerania e Danzica) e l'URSS (che rivendicava i territori orientali, caratterizzati da una forte presenza di bielorussi e ucraini). Sebbene fino alla metà degli anni trenta il Capo di Stato Maggiore Józef Piłsudski fosse riuscito a stabilizzare i rapporti con Russia e Germania, a partire dalla sua morte la situazione iniziò a peggiorare, in particolare col Terzo Reich, col rifiuto della Polonia di aderire al Patto anti-Comintern e di concedere la costruzione di una strada extra-territoriale che collegasse la Libera Città di Danzica alla Germania passando per il cosiddetto corridoio polacco; adirato da questi rifiuti, Hitler, che stava proseguendo la sua politica di creazione del Grande Reich, iniziò a riarmare gradualmente la Germania grazie alle miti politiche di appeasement di Francia e Inghilterra; all'inizio del 1939, dopo aver inglobato Austria e Sudeti, progettò un attacco armato alla Polonia, e in agosto impose un ultimatum chiedendo la cessione non solo di Danzica ma anche del corridoio polacco come unica alternativa alla guerra; il rifiuto della Polonia, incoraggiato dalle garanzie anglo-francesi di difendere la Polonia, portò all'aggressione nazista provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Il territorio polacco fu invaso dalle truppe del Terzo Reich e dall'Unione Sovietica e spartito fra i due Stati aggressori sulla base di quanto stabilito dal Patto Molotov-Ribbentrop, un trattato di non-aggressione col fine segreto di spartirsi la Polonia.
Le ostilità iniziarono il 1º settembre 1939; la Polonia era completamente impreparata di fronte alla velocità e la violenza degli attacchi tedeschi, per via del fallimento nella modernizzazione dell'esercito. La situazione si aggravò quando l'esercito polacco, impegnato duramente ad ovest dalla Wehrmacht fu attaccato anche da est dall'Armata Rossa il 17 settembre, senza alcuna dichiarazione di guerra da parte dell'Unione Sovietica. Tutto il paese soffrì gravemente durante il periodo dell'occupazione, (vedi anche Governatorato Generale), anche perché tra tutte le nazioni coinvolte nella guerra, la Polonia perse la percentuale maggiore di cittadini: quasi due milioni di polacchi perirono per le varie cause legate alla guerra. Lo stato maggiore polacco venne fisicamente eliminato dai sovietici nel massacro di Katyń, e solo negli ultimi anni di guerra si sarebbe formato un comitato di resistenza ben organizzato, la cui azione più importante fu senza dubbio la Rivolta di Varsavia del 1944. In generale, comunque, i contributi dei soldati e dei partigiani polacchi furono ignorati a fine guerra dagli Alleati, che riconobbero l'annessione della Polonia orientale all'URSS e lasciarono che il paese entrasse nel Patto di Varsavia, diventando quindi uno stato satellite comunista.
[modifica] Il regime comunista
Dopo la guerra, le frontiere della Polonia vennero spinte ad Ovest; il
confine est alla linea Curzon, avallando le
pretese sovietiche, dopo lo sterminio e la deportazione in Siberia della
popolazione di etnia polacca e il confine ovest alla linea Oder-Neisse per
circa 200 km. Dopo lo spostamento, la Polonia perse ad est 188.000 km²
(15 milioni di abitanti) a favore dell'Unione Sovietica e guadagnò
122.000 km² a spese della Germania. Lo spostamento
delle frontiere causò anche la migrazione verso ovest di milioni di persone,
polacchi e tedeschi in fuga dai territori amputati dai rispettivi paesi ed
ucraini trasportati a ripopolare le terre conquistate. La vittoria dell'Unione
sovietica causò l'imposizione di un governo comunista. Nel 1948 una svolta verso lo Stalinismo
rese ancor più opprimente il governo totalitario. La Repubblica
Popolare di Polonia, venne ufficialmente proclamata nel 1952. Nel 1956 dopo una rivolta il regime
divenne meno oppressivo, liberando molte persone dalle prigioni ed espandendo in
parte le libertà personali.
Gli scioperi dei lavoratori nel 1980 portarono alla formazione di
un sindacato indipendente, "Solidarność", che con il
tempo divenne una forza politica, appoggiata ufficialmente dal Vaticano e dagli
ambienti occidentali europei.
[modifica] La democrazia
"Solidarność" erose il dominio del partito comunista; nel 1989 vinse le elezioni parlamentari (vedi Rivoluzioni del 1989) e nel 1990 Lech Wałęsa divenne il primo presidente eletto. Vennero riconosciuti diversi diritti civili e umani, tra cui la libertà di parola e la democrazia. Tuttavia, il sistema politico era instabile: ci furono elezioni nel 1991, nelle quali nessun partito ottenne più del 15% dei voti o dei seggi, e nel 1993, in cui si affermarono l'Alleanza della Sinistra Democratica (SLD, post-comunista) e il Partito Popolare Polacco (PSL), ma senza che nessuno dei due ottenesse la maggioranza assoluta.
La transizione dall'economia centralizzata all'economia di mercato non fu facile. Un programma di terapia shock nei primi anni 1990 permise alla nazione di trasformare la sua economia in una delle più robuste (secondo i criteri dell'economia neoliberale) dell'Europa centrale. La Polonia fu il primo tra i paesi post-comunisti a riguadagnare sul PIL.
Nel 1995 il socialdemocratico Aleksander Kwaśniewski (SLD) sconfisse al ballottaggio Lech Wałęsa e gli succedette come presidente, venendo confermato nel 2000. Nel frattempo, la coalizione tra SLD e PSL veniva bocciata dagli elettori nel 1997 ma riconfermata nel 2001, nelle quali comparvero due nuove formazioni di destra, la nazionalista Diritto e Giustizia (PiS) e la conservatrice Piattaforma Civica (PO).
La Polonia entrò nella NATO il 12 marzo 1999. L'8 giugno 2003 il 77,4% dei polacchi in un referendum approvò l'adesione all'Unione Europea, cui seguì nella primavera del 2004 la partecipazione all'elezione del Parlamento Europeo.
Alle elezioni parlamentari polacche del 2005 PiS e PO conquistarono alleate una vasta maggioranza parlamentare, nell'ottobre 2005 si sono svolte le elezioni presidenziali che hanno portato all'elezione di Lech Kaczyński, vanamente contrastato da Donald Tusk. La maggioranza ultranazionalista ed euroscettica guidata dal PiS contro PO è presto implosa, forzata a convocare elezioni anticipate nel 2007, nelle quali ha trionfato PO.
Il 10 aprile 2010 il presidente Lech Kaczyński è morto a bordo del Tupolev Tu-154 in un incidente aereo, avvenuto in Russia, con la moglie e con altri esponenti politici polacchi. A giugno è eletto il suo successore, Bronisław Komorowski, che ha avuto la meglio sul fratello gemello di Lech Kaczynski, Jaroslaw.
Organizzazioni internazionali | |
Membro ONU dal: | 24 ottobre, 1945 |
Membro NATO dal: | 12 marzo, 1999 |
[modifica] Relazioni con l'Unione europea
Per approfondire, vedi la voce Unione Europea. |
Queste le tappe già percorse del processo di integrazione:
Data o periodo | Evento |
---|---|
5 aprile 1994 | Presenta la domanda di adesione. |
31 marzo 1998-13 dicembre 2002 | Si tengono i negoziati di adesione. |
19 febbraio 2003 | La Commissione europea approva la domanda di adesione presentata dalla Polonia. |
14 aprile 2003 | Il Consiglio Europeo approva l'adesione della Polonia |
16 aprile 2003 | Ad Atene la Polonia firma il Trattato di adesione. |
7 e 8 giugno 2003 | Mediante un referendum i polacchi approvano la ratifica del Trattato di adesione. |
1º maggio 2004 | Entra in vigore il Trattato di adesione. |
21 dicembre 2007 | La Polonia aderisce agli Accordi di Schengen. |
1º luglio 2011 | La Polonia assume la presidenza semestrale di turno dell'unione europea. |
[modifica] La bandiera
Per approfondire, vedi la voce Bandiera della Polonia. |
La bandiera della Polonia è in uso sin dall'inizio del XX secolo ed è composta da due bande orizzontali di pari dimensioni: bianca quella superiore e rossa quella inferiore. Nell'insegna civile e in quella di stato è presente lo stemma nazionale al centro della banda bianca. L'insegna di guerra è come queste ultime ma con l'aggiunta di una coda di rondine che porta ad una proporzione di 10:21.
Il 7 novembre 1831 durante la sollevazione di novembre, la Camera dei deputati della Polonia decise che i colori nazionali della Polonia sarebbero stati quelli dello stemma dell'Unione Polacco-Lituana, ossia il bianco e il rosso.
Il 1º agosto 1919, la Camera dei deputati della Polonia nuovamente indipendente creò la bandiera polacca nella sua attuale forma.
In Polonia il giorno della bandiera viene celebrato il 2 maggio sin dal 2004. Non si tratta comunque di una festività pubblica.
[modifica] Lo stemma
Per approfondire, vedi la voce Stemma della Polonia. |
Lo Stemma della Polonia rappresenta un'aquila d'argento con corona, artigli e becco d'oro, su scudo rosso.
L'attuale stemma è stato ri-adottato il 9 febbraio 1990, quando fu ripristinata sulla testa dell'aquila la corona d'oro, rimossa dalle autorità comuniste durante la Repubblica Popolare di Polonia. Simbolicamente la bandiera presidenziale rossa, i sigilli presidenziali e statali e il testo originale della Costituzione del 1935 erano custoditi dagli ormai anziani rappresentanti del Governo polacco in esilio a Londra fin dagli anni '40; al momento del suo insediamento come primo Presidente della nuova Repubblica Polacca Lech Wałęsa ricevette personalmente quegli antichi simboli, a dimostrare una continuità ideale della nuova Polonia con quella precedente alla seconda guerra mondiale.
[modifica] Ordinamento dello stato
Per approfondire, vedi la voce Politica della Polonia. |
La repubblica polacca è una repubblica parlamentare, la sua costituzione attuale è stata adottata nel 1997. Il potere legislativo è esercitato da un Parlamento bicamerale: la Camera dei deputati ed il Senato. I partiti rappresentati in parlamento sono alquanto frammentati, tant'è che il governo è formato da una coalizione di 7 partiti.
Il potere esecutivo viene esercitato dal Primo Ministro e un Consiglio dei ministri, che vengono nominati dal Capo di Stato, ma che condividono con questo alcune competenze (difesa nazionale, politica estera) similmente al sistema francese.
Il Presidente della Repubblica viene eletto a suffragio diretto, al pari della camere del Camera dei deputati della Polonia e del Senato, ha il diritto di iniziativa legislativa e il controllo politico sul governo. Fino al 10 aprile 2010 è stato Presidente Lech Kaczyński, morto in un incidente aereo a Smolensk, in Russia, insieme a molti altri membri del governo polacco. L'attuale Presidente è Bronisław Komorowski.
La struttura del governo è centrata sul Consiglio dei ministri, guidato dal Primo Ministro. Il presidente nomina il segretario conformemente alle proposte del Primo Ministro, solitamente dalla maggioranza nella Camera dei deputati. I votanti polacchi, eleggono un parlamento di due camere (Assemblea Nazionale, in polacco Zgromadzenie Narodowe), consistente in 460 membri della camera bassa, la Camera dei deputati, e 100 membri del Senato. Con l'eccezione dei gruppi di minoranze etniche, solo i partiti politici che hanno ricevuto almeno il 5% dei voti possono entrare nella Camera dei deputati.
Il potere giudiziario è rappresentato dalla Corte Suprema (Sąd Najwyższy, giudici nominati dal presidente della repubblica sotto raccomandazione del Concilio Nazionale della Giustizia per un periodo indefinito) e dal Tribunale Costituzionale (Trybunał Konstytucyjny, giudici scelti dal Camera dei deputati della Polonia con nove anni di carica).
Il Camera dei deputati della Polonia (sotto approvazione del Senato), nomina il Difensore Civico o il Commissario per la Protezione dei Diritti Civili (Rzecznik Praw Obywatelskich), per una carica di cinque anni. Il Difensore Civico ha il dovere di vigilare l'osservanza e la realizzazione dei diritti e delle libertà dei cittadini, la legge e i principi della vita e della giustizia sociale.
[modifica] Divisioni amministrative
Per approfondire, vedi le voci Voivodati della Polonia, Distretti della Polonia e Comuni della Polonia. |
La Polonia è suddivisa in sedici voivodati:
Voivodato | Capoluogo |
---|---|
Voivodato della Cuiavia-Pomerania (Województwo Kujawsko-Pomorskie) | Bydgoszcz e Toruń (Bydgoszcz) e (Toruń) |
Voivodato della Grande Polonia (Województwo Wielkopolskie) | Poznań (Poznań) |
Voivodato della Piccola Polonia (Województwo Małopolskie) | Cracovia (Kraków) |
Voivodato di Łódź (Województwo Łódzkie) | Łódź (Łódź) |
Voivodato della Bassa Slesia (Województwo Dolnośląskie) | Breslavia (Wrocław) |
Voivodato di Lublino (Województwo Lubelskie) | Lublino (Lublin) |
Voivodato di Lubusz (Województwo Lubuskie) | Gorzów Wielkopolski e Zielona Góra (Gorzów Wielkopolski) e (Zielona Góra) |
Voivodato della Masovia (Województwo Mazowieckie) | Varsavia (Warszawa) |
Voivodato di Opole (Województwo Opolskie) | Opole (Opole) |
Voivodato della Podlachia (Województwo Podlaskie) | Białystok (Białystok) |
Voivodato della Pomerania (Województwo Pomorskie) | Danzica (Gdańsk) |
Voivodato della Slesia (Województwo Śląskie) | Katowice (Katowice) |
Voivodato della Precarpazia (Województwo Podkarpackie) | Rzeszów (Rzeszów) |
Voivodato della Santacroce (Województwo Świętokrzyskie) | Kielce (Kielce) |
Voivodato della Varmia-Masuria (Województwo Warmińsko-Mazurskie) | Olsztyn (Olsztyn) |
Voivodato della Pomerania Occidentale (Województwo Zachodniopomorskie) | Stettino (Szczecin) |
I livelli amministrativi inferiori sono:
Attualmente i sedici voivodati della Polonia sono divisi in 379 distretti (tra i quali ci sono 65 disretti urbani) e 2478 comuni (307 urbani, 528 misti e 1589 rurali).
[modifica] Città principali
Per approfondire, vedi la voce Città della Polonia. |
Nella seguente tabella vengono elencate, in ordine decrescente per popolazione, le città della Polonia con almeno 100 000 abitanti nel 2006.
[modifica] Economia
Per approfondire, vedi la voce Economia della Polonia. |
Da quando è tornata la democrazia, la Polonia ha perseguito fedelmente una politica di liberalizzazione dell'economia, e oggi risulta come uno dei più fortunati esempi di transizione dal comunismo ad un'economia di mercato.
La privatizzazione di piccole e medie compagnie statali e la presenza di una legge liberale nell'istituire nuove ditte ha permesso il rapido sviluppo di un aggressivo settore privato, ma senza alcuno sviluppo delle organizzazioni per i diritti dei consumatori. La ristrutturazione e la privatizzazione di settori importanti come carbone, acciaio, ferrovie ed energie, è cominciata. Le più grandi privatizzazioni fino ad ora sono state la vendita di Telekomunikacja Polska, la telecom nazionale, alla France Télécom (2000); e un'emissione del 30% delle azioni della più grande banca polacca, PKO BP, nel mercato polacco (2004). Nonostante tutto il PIL polacco continua ad aumentare del 4% annuo, valore ben maggiore rispetto a quello tedesco[3]
La Polonia ha un ampio settore agricolo di fattorie private, ed è il principale produttore di alimentari nell'Unione europea. Riforme strutturali negli ambiti della salute, educazione, pensioni e amministrazione di stato sono sfociate in una pressione fiscale sopra le aspettative. Varsavia guida le regioni dell'Europa centrale negli investimenti stranieri e ha bisogno di un continuo afflusso. Il PIL è cresciuto molto tra il 1993 e il 2000, mentre c'è stato un rallentamento tra 2001 e 2002. Il prospetto di una maggiore integrazione con l'Unione europea ha poi rimesso l'economia in pista, con una crescita annuale del 3,7% nel 2003, in crescita rispetto all'1,4% del 2002. Nel 2004 la crescita ha superato il 5%.
Tra il 2004 ed il 2008 l'economia polacca ha attraversato una fase di boom economico, conclusasi con lo scoppio della crisi finanziaria internazionale. Nel 2009 il Pil è notevolmente calato anche se non crollato come negli altri Paesi della cosiddetta "Nuova Europa". I copiosi fondi europei costituiscono mediamente ogni anno circa il 3,3% del Pil di Varsavia[4].
La valuta nazionale è lo złoty ed ha un cambio pari a circa 4zł/€. L'obiettivo principale riguarda ora la preparazione dell'economia polacca all'adozione della moneta unica europea. L'entrata nella zona euro dovrebbe avvenire tra il 2012 e il 2013.
[modifica] Trasporti
Per approfondire, vedi le voci Trasporti in Polonia e Autostrade in Polonia. |
Le autostrade in Polonia hanno un'estensione di 910 Km. In futuro avranno un'estensione di 1.975 Km. Vista la quasi assenza di una rete continua, soprattutto nel tratto internazionale che da Berlino conduce verso la Bielorussia, la rete è spesso trafficata dalla continua presenza di camion privi di una strada alternativa. Nella rete vi sono anche alcune superstrade a 4 corsie che attualmente sopperiscono alla mancanza di autostrade. La rete autostradale conta attualmente brevi o medie tratte aperte non ancora collegate fra loro. Esse sono, anche per via della recente costruzione, moderne, con corsia d'emergenza, oltre che munite di aree di servizio. Il sistema di pagamento, non prevede caselli ma solo barriere in determinati punti ad inizio della tratta stessa (sistema aperto). Le autostrade sono:
- A1 da Danzica a Gorzyczki (confine ceco) - In costruzione
- A2 da Świecko (confine tedesco) a Kukuryki (confine bielorusso) -In costruzione
- A4 da Jędrzychowice (confine tedesco) a Korczowa (confine ucraino) - In costruzione
- A6 da Kołbaskowo (confine tedesco) a Rzęśnica - In costruzione
- A8 da Magnice a Breslavia - Costruita
- A18 da Olszyna (confine tedesco) a Krzyżowa - Costruita
[modifica] Forze armate
Nella storia moderna, le forze armate polacche nascono, ufficialmente, nel 1918, con la proclamazione della repubblica di polonia e già un anno dopo la loro creazione si trovarono in guerra contro le forze sovietiche durante la guerra sovietico-polacca. La loro però vita è breve, il patto Molotov-Ribbentrop sancì la spartizione della Polonia tra Germania nazista e Unione Sovietica, spartizione che si concretizzerà nel 1939 le forze polacche furono sbaragliate; oltretutto, migliaia di ufficiali polacchi vennero uccisi poco tempo dopo l'occupazione della Polonia nel massacro di Katyń. Terminata la seconda guerra mondiale le Polonia divenne uno degli stati del blocco orientale, le forze sovietiche crearono l'Armata Popolare di Polonia che ha cessato la sua esistenza con la caduta del comunismo. Ad oggi le forze armate polacche sono in una fase di ri-organizzazione e di modernizzazione in base ai parametri della NATO; dal 2007 la coscrizione non è più obbligatoria.
Le forze armate polacche (Siły Zbrojne Rzeczypospolitej Polskiej - forze armate della repubblica di Polonia) si dividono in quattro branche:
- Esercito (Wojska Lądowe Rzeczypospolitej Polskiej): conta 65.000 unità di cui 45.000 sono militari. Si divide in due distretti militari, Il Distretto Militare Slesiano con il Quartier generale a Breslavia e il Distretto Militare Pomeraniano con il Quartier generale a Bydgoszcz.
- Aeronautica (Siły Powietrzne Rzeczypospolitej Polskiej): conta un personale di 26.126 unità di cui 16.000 militari.
- Marina (Marynarka Wojenna Rzeczypospolitej Polskiej): la più grande dei paesi baltici, conta 14.500 unità di cui 6.500 militari. Il Quartier generale è situato a Gdynia.
- Forze speciali (Wojska Specjalne Rzeczypospolitej Polskiej): branca nata nel 2007, si compone di 3 unità speciali e di un comando. A Cracovia ha sede il Quartier generale.
[modifica] Telecomunicazioni
In Polonia, le azioni del settore delle telecomunicazioni nella produzione del PIL, era del 4.4% nel 2000, in crescita rispetto al 2.5% del 1996. Ciò nonostante, a dispetto delle grandi spese per l'infrastruttura del settore (la copertura è cresciuta da 78 utenti per 1000 abitanti nel 1989 ai 282 del 2000), il settore è ancora sottosviluppato. La densità delle stazioni televisive varia da regione a regione, con molti buchi nelle zone rurali. I principali gestori di telefonia fissa in Polonia sono: Telekomunikacja Polska, Dialog e Netia. I principali gestori di telefonia mobile sono: Era, Blueconnect, FreeM, Heyah, Orange, Play, Plus, Sami Swoi, Simplus, Tak Tak e T-Mobile.
[modifica] Cultura
Secondo Reporter Senza Frontiere, la libertà di stampa della Polonia nel 2004 era al 32º posto su 164 paesi.
[modifica] Cinema
Fra i più noti registi ed attori polacchi possiamo citare:Krzysztof Kieslowski, Krzysztof Zanussi Stanisław Bareja, Marek Koterski, Agnieszka Holland, Andrzej Wajda, Roman Polański e Kasia Smutniak.
[modifica] Musica
Ampia importanza ha, nella vita culturale polacca, la musica. I generi ascoltati sono dei più svariati e frequente è l'ascolto in lingue diverse dal polacco o dall'inglese. Fra i cantanti polacchi possiamo citare: Maanam, Sistars, Goya, Kayah, Kasia Kowalska, Lady Pank, Dżem, Kult, Czesław Niemen, Pidżama Porno, Afromental, Boys, Ewa Farna, Komb, Gosia Andrzejeicz, Sumptuastic, Wilki, Edyta Górniak, Krzysztof Krawczyk, Maryla Rodowicz, Mandaryna, Doda, Piotr Kupicha del gruppo Feel, Kombii, Budka Suflera, Sasha Strunin, Agnieszka Włodarczyk e il tenore Piotr Brzęczałka. Una notevole importanza riveste anche la musica metal: sono molti i gruppi polacchi di fama infatti, dai leggendari Vader ai Behemoth, dai Decapitated a Graveland. Ma la gioventù polacca spesso ascolta i gruppi stranieri, soprattutto americani.Zelazowa Wola è anche il paese natale di Fryderyk Chopin.
[modifica] Cucina
Per approfondire, vedi la voce Cucina polacca. |
La cucina polacca è molto varia, ma risulta difficile definirne l'origine e la tipicità. La cucina attuale infatti, è frutto dei cambiamenti storici, e delle numerose invasioni, che hanno profondamente influenzato la moda culinaria ed è il risultato della reinterpretazione delle influenze della cucina tedesca, francese, italiana. L'ingrediente principale è la patata, ma sono molto celebri le carni di maiale affumicate e le zuppe.
Il pranzo è il pasto principale della giornata, ed è consumato nelle prime ore del pomeriggio. Le portate sono una zuppa o minestra, seguita da un piatto generico e verdura ed infine il dolce accompagnato da tè, o succo di prugne o rabarbaro.
Tra le minestre tradizionali la barszcz, una zuppa di barbabietole, la żurek, una minestra di farina di segale acida, la ogórkowa, una minestra di cetrioli, e la kapuśniak, a base di cavoli.
Il più celebre e tradizionale piatto polacco è il bigos, uno stufato di carne, cavoli e crauti, con aggiunta di prugne secche ed altre spezie. Tra i piatti celebri i pierogi, ravioli ripieni, a scelta, di formaggio, funghi, frutta, cavoli o carne, i Gołąbki, involtini di cavolo ripieni di carne e di riso, i pyzy, gnocchi di patate con o senza ripieno di carne, e la karp, carpa in gelatina o fritta.
Tra i dolci tipici si possono annoverare: makowiec, il cui ingrediente principale sono i semi di papavero, sernik a base di formaggio fresco e piernik a base di miele e spezie.
[modifica] Sport
Lo sport nazionale è il calcio; la Polonia ha dimostrato di avere un'ottima nazionale di calcio tra le più forti in Europa; ai Mondiali la Polonia si è classificata due volte terza, nel 1974 e nel 1982. Ha partecipato per la prima volta alla fase finale di un Campionato europeo a Euro 2008.
Ha conquistato inoltre la Medaglia d'oro alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e anche la Medaglia d'argento alle Olimpiadi di Montreal del 1976 e alle Olimpiadi di Barcellona del 1992.
[modifica] Galleria immagini
[modifica] Note
- ^ Human Development Index and its components
- ^ Interactive Infographic of the World's Best Countries. Newsweek, 15 agosto 2010. URL consultato il 28 luglio 2011.
- ^ http://www.repubblica.it/economia/2011/12/27/news/euro_la_moneta_perde_fascino_l_europa_dell_est_non_la_vuole-27259690/?rss
- ^ L’economia va. Investimenti stranieri e Fondi Ue. Una chance imperdibile per l’ammodernamento EuropaRussia, 30.05.2010
[modifica] Voci correlate
- Geografia della Polonia
- Polacchi
- Lingua polacca
- Chiesa cattolica in Polonia
- Chiesa evangelica augustea in Polonia
- Storia della Polonia
- Presidenti della Polonia
- Primi ministri della Polonia
- Bandiera della Polonia
- Stemma della Polonia
- Politica della Polonia
- Voivodati della Polonia
- Distretti della Polonia
- Comuni della Polonia
- Città della Polonia
- Economia della Polonia
- Trasporti in Polonia
- Autostrade in Polonia
- Cucina polacca
[modifica] Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene file multimediali su Polonia
- Wikiquote contiene citazioni sulla Polonia
- Articolo su Wikinotizie: Polonia elezioni legislative 2005 26 settembre 2005
- Articolo su Wikinotizie: Polonia elezioni presidenziali risultati 9 ottobre 2005
- Articolo su Wikinotizie: Elezioni in Polonia: sconfitti i gemelli Kaczyński 22 ottobre 2007
[modifica] Collegamenti esterni
Siti del governo:
- Sito ufficiale della Polonia
- Sito ufficiale delle informazioni turistiche
- Sito ufficiale del presidente
- Sito ufficiale del primo ministro
- Sito ufficiale del Camera dei deputati della Polonia
- Sito ufficiale del Senato della Polonia
- Sito ufficiale della corte suprema
- Sito ufficiale del tribunale costituzionale
- Sito ufficiale della costituzione della Polonia
Siti in italiano:
Siti in inglese:
Portali:
- onet.pl
- wp.pl
- interia.pl
- gazeta.pl
- nieslyszacy.pl
- o2.pl
- polska.pl
- eurokonstytucja.pl
- europolityka.pl
- euroszansa.pl
- poland-export.com
Predecessore: | Stati per indice di sviluppo umano | Successore: |
---|---|---|
Portogallo | 41º posto | Barbados |